20/07 -Proiezione di “Ogni anima muore / Elegia per Majid” + dibattito

Proiezione di “Ogni anima muore / Elegia per Majid” di Ottavia Salvador e dibattito venerdì 20 luglio, alle 18:30, al c.a. Germinal (via del Bosco 52/A, Trieste) con la partecipazione della regista.
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Il decreto Minniti-Orlando (https://bit.ly/2mbNZsQ) sulla protezione internazionale e l’immigrazione – approvato col meccanismo della fiducia nell’aprile 2017 – prevede, tra le altre cose, l’estensione della rete dei centri di detenzione di migranti “irregolari”. I Centri permanenti per il rimpatrio (CPR) sostituiscono i CIE (Centri di identificazione ed espulsione), aumentand

one il numero: l’obiettivo della legge è la creazione di 20 CPR (uno per regione), per un totale di 1.600 posti.

Attualmente sono 5 i CPR aperti in Italia: Bari, Brindisi, Ponte Galeria (Roma), Palazzo San Gervasio (PZ) e Torino. In alcune città dove si intende aprire un CPR – come Montichiari (BS) e Modena – le persone migranti e native hanno creato reti di opposizione e mobilitazioni sul territorio per impedirne l’apertura. In FVG, il presidente Fedriga ha dato la disponibilità all’apertura di più di un CPR, accogliendo il sostegno dei sindaci di Trieste, Udine e Gorizia. Tuttavia, è probabile che la scelta sia ricaduta su Gradisca d’Isonzo, dove c’è un ex CIE ora parzialmente utilizzato come CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati). Il CPT/CIE di Gradisca era stato aperto nel 2006 nonostante il lungo lavoro di opposizione portato avanti precedentemente, era stato chiuso nel 2013 grazie alle rivolte portate avanti dai migranti rinchius

i al suo interno.

I CPR – come già i CIE e i CPT – sottopongono a regime di privazione della libertà per il solo fatto di non possedere un permesso di soggiorno. Chi viene rinchiuso nei CPR si trova in uno stato di detenzione, privata/o della libertà personale e sottoposta/o ad un regime di coercizione, subendo giornalmente vari tipi di soprusi da parte dei dipendenti delle cooperative e delle

imprese che gestiscono e speculano sui CPR.
La finalità della reclusione nei CPR è formalmente il rimpatrio, opzione inaccettabile per chi si è trovata/o costretta/o a giocarsi la vita per attraversare frontiere; più in generale, la finalità dei CPR è rafforzare il mantenimento di tutta la comunità di non cittadine/i in una condizione di inferiorità legale, terrore, ricattabilità e sfruttabilità. Per questo ci vogliamo opporre all’apertura di un CPR in maniera totale e speriamo che la lotta contro la sua apertura coinvolga tutte e tutti le antirazziste e i solidali della regione.

Lanciamo quindi un primo incontro in-formativo sul progetto di apertura di un CPR in FVG che verrà seguito da altri. Proponiamo la proiezione del documentario “Ogni anima muore” (30′) di Ottavia Salvador, con la presenza della regista: “Ogni anima muore” racconta la storia di Majid El Kodra, morto per un trauma cranico riportato – si dice – saltando da un tetto dell’ex CIE di Gradisca, la notte del 13 agosto 2013.

Cie/Cpt/Cpr MAI PIÙ!

Il decreto Minniti-Orlando sulla protezione internazionale e l’immigrazione (2017) prevede, tra le altre cose, l’estensione della rete dei centri di detenzione di migranti “irregolari”. I Centri permanenti per il rimpatrio (CPR) sostituiscono i CIE (Centri di identificazione ed espulsione), aumentandone il numero: l’obiettivo della legge è la creazione di 20 CPR (uno per regione), per un totale di 1.600 posti.
I CPR – come già i CIE e i CPT – sottopongono a regime di privazione della libertà per il solo fatto di non possedere un permesso di soggiorno. Chi viene rinchiuso nei CPR si trova in uno stato di detenzione, privata/o della libertà personale e sottoposta/o ad un regime di coercizione, subendo giornalmente vari tipi di soprusi da parte dei dipendenti delle cooperative e delle imprese che gestiscono e speculano sui CPR.
La finalità della reclusione nei CPR è formalmente il rimpatrio, opzione inaccettabile per chi si è trovata/o costretta/o a giocarsi la vita per attraversare frontiere; più in generale, la finalità dei CPR è rafforzare il mantenimento di tutta la comunità di non cittadine/i in una condizione di inferiorità legale, terrore, ricattabilità e sfruttabilità.
Attualmente sono 5 i CPR aperti in Italia: Bari, Brindisi, Ponte Galeria (Roma), Palazzo San Gervasio (PZ) e Torino. In alcune città dove si intende aprire un CPR – come Montichiari (BS) e Modena – le persone migranti e native stanno creando reti di opposizione e mobilitazioni sul territorio per impedirne l’apertura.
In FVG, il presidente Fedriga ha dato la disponibilità all’apertura di ben più di un CPR, accogliendo il sostegno dei sindaci di Trieste, Udine e Gorizia. Tuttavia la scelta di dove aprire il primo è per ora ricaduta su Gradisca d’Isonzo, dove c’è un ex CIE oggi parzialmente utilizzato come CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati). Il CPT/CIE di Gradisca, noto per essere tra i più terribili, era stato aperto nel 2006 e chiuso nel 2013 grazie alle rivolte portate avanti dai migranti rinchiusi al suo interno.
In queste ultime settimane sono iniziati trasferimenti di persone dal CARA di Gradisca di Isonzo e sono parzialmente cominciati i lavori per adibire la struttura a CPR. Il cantiere è stato direttamente affidato, per un importo pari a 2.750.000.000 euro, al 1° Reparto del Genio dell’Aeronautica Militare, saltando i tempi delle gare d’appalto ed enfatizzando la retorica emergenziale e la pratica di guerra
al migrante. La gestione dell’attuale CARA da parte della cooperativa Minerva, nota per i subdoli mal-trattamenti riservati dai suoi operatori ai richiedenti asilo, scadranno a fine 2018. Gli accordi attuali tra Comune di Gradisca e Regione sono che a quel punto verrà chiuso il CARA ed aperto il CPR ad inizio 2019.
Ci opponiamo e ci opporremo totalmente alla creazione e all’apertura di un CPR e sappiamo che unendoci, organizzandoci e coordinandoci tra tutte/i le antirazziste/i e le/i solidali della regione possiamo bloccarne l’apertura. Per questo dopo due partecipati incontri in-formativi organizzati a Trieste contro il CPR lanciamo ora due ulteriori appuntamenti in preparazione di una prima manifestazione regionale. Invitiamo inoltre tutte le realtà e le persone antirazziste in regione ad agire nelle varie città in questo senso.