3/1/2020

Veniamo a sapere che alcune delle persone “trattenute” all’interno del Cpr di Gradisca (in realtà rinchiuse, senza libertà di movimento, con pochissimo spazio personale a disposizione e privi di servizi fondamentali) hanno commesso atti di autolesionismo e sono state ricoverate in ospedale. Purtroppo, non si tratta di una situazione nuova: da quando esistono i Cpt (poi Cie e ora Cpr), le persone al loro interno hanno fatto di tutto per evadere, denunciare la loro situazione, distruggere i lager in cui sono rinchiusi solo perché privi di un pezzo di carta.
Esattamente due anni fa, nel centro di “accoglienza” di Cona (Venezia) morì Sandrine Bakayoko, una ragazza ivoriana di 25 anni, chi gestiva il centro non chiamò i soccorsi in tempo. La risposta delle altre persone “accolte” a Cona fu una rivolta che durò molte ore, in seguito alla quale il campo di Cona venne chiuso. La gestione del campo era stata affidata alla cooperativa Edeco, poco dopo coinvolta anche in processi giudiziari per rivelazione del segreto d’ufficio, corruzione, turbativa d’asta e altri reati.
La famigerata cooperativa EDECO ha vinto anche la gara d’appalto per gestire il Cpr di Gradisca, che è stato aperto due settimane fa.

Tutta la nostra solidarietà va alle persone rinchiuse nel CPR di Gradisca ed in tutti i CPR. Il nostro impegno sarà continuare a fare uscire le loro voci al di fuori di quelle maledette mura.

Non vogliamo lager, né qui, né altrove!

https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/01/03/news/migranti-tentano-la-fuga-dal-cpr-di-gradisca-ingoiando-sapone-lamette-e-palline-da-ping-pong-1.38282324