Lavorare in un LAGER? No grazie!

Oggi, 23 ottobre, siamo state vicino al centro San Luigi di via Don Bosco a Gorizia, dove erano in corso le selezioni per il reclutamento del personale della cooperativa EDECO, vincitrice in via provvisoria del bando per la gestione del costruendo CPR a Gradisca d’Isonzo.

Nel corso dell’iniziativa sono stati distribuiti dei volantini per chiarire a chi stava per partecipare alla selezione i trascorsi giudiziari della cooperativa EDECO e la natura di vero e proprio lager del CPR in cui si troverebbero a lavorare.

Diciamo fin da subito che chi si assumerà la complicità di gestire questo centro non potrà certo agire nell’ombra e dovrà rispondere pubblicamente delle sue scelte.

Nessun CPR né a Gradisca né altrove!

Qui il volantino distribuito:

 

LAVORARE IN UN LAGER?

NO GRAZIE!

L’apertura del del CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) presso l’ex caserma Polonio di Gradisca d’Isonzo (GO), è imminente. La cooperativa EDECO si è aggiudicata l’appalto di gestione in via provvisoria.

EDECO dice di basarsi “sui valori fondamentali dell’accoglienza, della carità e della crescita individuale” ma è nota perché coinvolta in vari processi e perché aveva in gestione il campo di Cona (VE), un campo-lager.

Il centro di prima accoglienza di Cona consisteva in una serie di tende all’interno di una base missilistica NATO dismessa. In questa struttura – che secondo l’Asl aveva 450 posti – si arrivano ad ammassare 1700 persone, con 17 operatori (dei 43 previsti dal bando). Il 2 gennaio 2017, Sandrine Bakayoko, una donna ivoriana di 25 anni, muore nei bagni del centro: i richiedenti asilo accusano i gestori del campo di aver chiamato i soccorsi in ritardo e danno il via a una rivolta che dura molte ore.

Il 18 giugno 2019 l’agenzia ANSA riportava: “ – Rivelazione del segreto d’ufficio, corruzione, turbativa d’asta e falso: sono i reati contestati a vario titolo a ex funzionari pubblici della Prefettura di Padova e manager della coop Edeco che tra il 2014 e il 2017 avrebbero collaborato insieme al fine di evitare i controlli da parte dell’autorità sanitaria e dei carabinieri sull’ospitalità data ai migranti. Oggi il gup Claudio Marassi ha rinviato a giudizio otto persone. Si tratta dei due ex viceprefetti di Padova, Pasquale Aversa e Alessandro Sallusto, della funzionaria della prefettura Tiziana Quintario e dei vertici della coop Edeco.”

Non ci stupisce EDECO si proponga per gestire il CPR di Gradisca:

Il CPR è un’istituzione totale e un dispositivo di controllo che instaura una gerarchia tra cittadine/i e non cittadine/i basata su razzializzazione, classe, passaporto. È un luogo di segregazione dove si può essere rinchiusi fino 180 giorni anche semplicemente a causa del possesso di un permesso di soggiorno scaduto. Si tratta di un abominio giuridico che non garantisce alla persona trattenuta nemmeno le tutele che l’ordinamento italiano riconosce alle carcerate e ai carcerati.

I CPR sono soprattutto uno strumento per poter garantire lo sfruttamento in Italia di tutte quelle persone che hanno il permesso di soggiorno vincolato al contratto di lavoro (dalla legge Bossi-Fini), Il caporalato spietato presente nei subappalti di Fincantieri, spesso raccontato anche sulle testate locali, ne è un esempio.

Le condizioni di vita nei CPR, lager e non-luoghi, sono disumane, a riprova ne sono i numerosi scioperi della fame, episodi di autolesionismo spinto e rivolte che vi si sviluppano.

La stessa struttura del CPR di Gradisca, che precedentemente si chiamava CIE, è stata teatro di molte rivolte e incendi, fino a quelle dell’estate 2013 che hanno visto morire Majid El Kodra, e la chiusura della struttura.

Noi vogliamo vivere in un territorio dove nessuna persona venga rinchiusa o respinta a causa della sua provenienza o condizione economica.

Non saremo mai complici silenziosi di un lager al lato di casa nostra. I lager sono pilastri di un mondo ingiusto, pieno di odio e violentemente repressivo.

E tu?