08/08 – LETTURA DI ALCUNI PASSI DI “CIE e complicità delle organizzazioni umanitarie” di Davide Cadeddu + DIBATTITO ORGANIZZATIVO

LETTURA DI ALCUNI PASSI DI “CIE e complicità delle organizzazioni umanitarie” di Davide Cadeddu e  DIBATTITO – ORGANIZZAZIONE DI MOBILITAZIONI REGIONALI CONTRO L’APERTURA DI UN CPR.

I CPR – come già i CIE e i CPT – imprigionano le persone per il solo
fatto di non possedere un permesso di soggiorno. Chi viene rinchiuso in un CPR si trova in uno stato di detenzione, privata/o della libertà personale e sottoposta/o a un regime di coercizione e subisce giornalmente vari tipi di soprusi da parte dei dipendenti delle
cooperative e delle imprese che gestiscono e speculano sui CPR. La finalità della reclusione nei CPR è formalmente il rimpatrio, opzione inaccettabile per chi si è trovata/o costretta/o a giocarsi la vita per attraversare frontiere; più in generale, la finalità dei CPR è
rafforzare il mantenimento di tutta la comunità di non cittadine/i in
una condizione di inferiorità legale, terrore, ricattabilità e
sfruttabilità: a questo si aggiunge la volontà dello Stato di
legittimarsi come “protettore” dei cittadini italiani dalla “minaccia
della criminalità straniera”.

Nell’ultima settimana, sono iniziati trasferimenti di persone dal CARA (centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) di Gradisca di Isonzo, ex-CIE chiuso nel 2013 grazie alle rivolte dei migranti rinchiusi al suo interno. L’obiettivo è quello di iniziare entro fine agosto i lavori di trasformazione della struttura in CPR,
perfezionando i dispositivi di controllo e segregazione, per aprire un
CPR a Gradisca a inizio 2019. Il cantiere sarà direttamente assegnato al Genio militare, saltando così i tempi delle gare d’appalto a imprese private ed enfatizzando la retorica emergenziale e la pratica di guerra al migrante che sta scandendo la continua campagna elettorale di chi è al potere (vedi qui: https://bit.ly/2LJJkgX). Come discusso nel precedente incontro in-formativo, in FVG il presidente Fedriga ha dato la disponibilità all’apertura di più di un CPR, accogliendo il sostegno dei sindaci di Trieste, Udine e Gorizia (qui: https://bit.ly/2KhwBN7). Le attuali direttive statali sono di aprire un CPR per regione (decreto Minniti-Orlando del 2017), però tra le proposte del ministro Salvini per il Decreto sicurezza che sarà discusso a settembre c’è quella di aumentarne la capienza e il numero.

Ci opponiamo totalmente all’apertura di un CPR in regione e sappiamo che unendoci, organizzandoci e coordinandoci tra tutte/i le antirazziste/i e le/i solidali della regione possiamo impedirne
l’apertura. Per questo lanciamo un secondo incontro in-formativo e
organizzativo e invitiamo a una partecipazione massiccia.

Proponiamo la lettura collettiva di alcuni passi di “CIE e complicità
delle organizzazioni umanitarie” di Davide Cadeddu (Sensibili alle
foglie 2013) e a seguire dibattito-organizzazione di una prima
mobilitazione regionale contro l’apertura del CPR.

20/07 -Proiezione di “Ogni anima muore / Elegia per Majid” + dibattito

Proiezione di “Ogni anima muore / Elegia per Majid” di Ottavia Salvador e dibattito venerdì 20 luglio, alle 18:30, al c.a. Germinal (via del Bosco 52/A, Trieste) con la partecipazione della regista.
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Il decreto Minniti-Orlando (https://bit.ly/2mbNZsQ) sulla protezione internazionale e l’immigrazione – approvato col meccanismo della fiducia nell’aprile 2017 – prevede, tra le altre cose, l’estensione della rete dei centri di detenzione di migranti “irregolari”. I Centri permanenti per il rimpatrio (CPR) sostituiscono i CIE (Centri di identificazione ed espulsione), aumentand

one il numero: l’obiettivo della legge è la creazione di 20 CPR (uno per regione), per un totale di 1.600 posti.

Attualmente sono 5 i CPR aperti in Italia: Bari, Brindisi, Ponte Galeria (Roma), Palazzo San Gervasio (PZ) e Torino. In alcune città dove si intende aprire un CPR – come Montichiari (BS) e Modena – le persone migranti e native hanno creato reti di opposizione e mobilitazioni sul territorio per impedirne l’apertura. In FVG, il presidente Fedriga ha dato la disponibilità all’apertura di più di un CPR, accogliendo il sostegno dei sindaci di Trieste, Udine e Gorizia. Tuttavia, è probabile che la scelta sia ricaduta su Gradisca d’Isonzo, dove c’è un ex CIE ora parzialmente utilizzato come CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati). Il CPT/CIE di Gradisca era stato aperto nel 2006 nonostante il lungo lavoro di opposizione portato avanti precedentemente, era stato chiuso nel 2013 grazie alle rivolte portate avanti dai migranti rinchius

i al suo interno.

I CPR – come già i CIE e i CPT – sottopongono a regime di privazione della libertà per il solo fatto di non possedere un permesso di soggiorno. Chi viene rinchiuso nei CPR si trova in uno stato di detenzione, privata/o della libertà personale e sottoposta/o ad un regime di coercizione, subendo giornalmente vari tipi di soprusi da parte dei dipendenti delle cooperative e delle

imprese che gestiscono e speculano sui CPR.
La finalità della reclusione nei CPR è formalmente il rimpatrio, opzione inaccettabile per chi si è trovata/o costretta/o a giocarsi la vita per attraversare frontiere; più in generale, la finalità dei CPR è rafforzare il mantenimento di tutta la comunità di non cittadine/i in una condizione di inferiorità legale, terrore, ricattabilità e sfruttabilità. Per questo ci vogliamo opporre all’apertura di un CPR in maniera totale e speriamo che la lotta contro la sua apertura coinvolga tutte e tutti le antirazziste e i solidali della regione.

Lanciamo quindi un primo incontro in-formativo sul progetto di apertura di un CPR in FVG che verrà seguito da altri. Proponiamo la proiezione del documentario “Ogni anima muore” (30′) di Ottavia Salvador, con la presenza della regista: “Ogni anima muore” racconta la storia di Majid El Kodra, morto per un trauma cranico riportato – si dice – saltando da un tetto dell’ex CIE di Gradisca, la notte del 13 agosto 2013.