Dopo aver ripetuto per giorni che nel CPR di Gradisca d’Isonzo c’erano solo 4 (poi 5) persone positive al Covid-19 e che erano in isolamento, mentre noi riportavamo le voci dei reclusi che parlavano di almeno dieci positivi, ieri autorità e giornali locali hanno parlato di 13 casi di isolamento preventivo nel CPR. “Si tratterebbe – stando ai giornali – per buona parte dei compagni di stanza dei 4 migranti risultati positivi nei giorni scorsi al test del tampone, e in parte di nuovi arrivi da fuori regione.” Non è chiaro come sia possibile che le 4 persone positive – che la Prefettura dichiarava fossero in isolamento – avessero dei compagni di stanza. La verità è che fino a pochi giorni fa, positivi al test (di cui abbiamo ricevuto le fotografie) erano in stanza insieme a negativi o a persone che non avevano ancora ricevuto il risultato. Da qualche giorno, questa prassi deliberatamente criminale è stata interrotta: le persone sono in cella a due a due, positivi con positivi e negativi con negativi. A quanto sappiamo, le persone positive stanno bene: non sappiamo però se ci sono persone che non riusciamo a raggiungere. Nell’area blu invece le persone sono in isolamento individuale.
Ieri alcuni reclusi e sono stati sottoposti al tampone. Alcuni hanno ricevuto i risultati e sono negativi. Altri non hanno ancora ricevuto il risultato. I reclusi applicano autonomamente il distanziamento fisico per autotutela, quando non sanno se il loro compagno di cella è positivo o negativo. I reclusi sanno che per loro il rischio di contagio deriva da chi entra ed esce dal CPR: i lavoratori della cooperativa Edeco e le guardie.
I reclusi cominciarono a protestare chiedendo la loro liberazione non appena il Coronavirus cominciava a diffondersi in Italia. La loro paura – quella che il virus entrasse nel CPR e il CPR si trasformasse in una trappola – si sta avverando. Per questo, negli ultimi giorni si sono moltiplicate le proteste.
Vogliamo la chiusura e la distruzione di tutti i lager etnici, subito.