CROAZIA : SBIRRI D’EUROPA
Nel 2016, l’Unione Europea ha firmato un accordo con la Turchia con il quale esternalizza alla dittatura di Erdoğan la responsabilità di fermare con tutti i mezzi le persone che tentano di raggiungere l’UE via terra attraverso la rotta balcanica; in più, l’accordo dichiara la Turchia “Paese terzo sicuro” e quindi permette il respingimento delle persone dalla Grecia alla Turchia, in cambio di 6 miliardi di finanziamenti europei. Si tratta dello stesso meccanismo degli accordi Italia-Libia, che danno alle milizie libiche la responsabilità di fermare con tutti i mezzi le persone che tentano di raggiungere l’UE via mare, attraverso la cosiddetta Central Mediterranean route.
Nonostante l’accordo, e nonostante migliaia di persone siano in effetti ferme in Turchia e sulle isole greche, la rotta balcanica è aperta e in migliaia si muovono ogni giorno per arrivare in Europa. Oggi, migliaia di persone sono bloccate in Bosnia e Serbia e da lì tentano continuamente di attraversare i confini, a piedi o con altri mezzi. L’UE, per impedire alle persone migranti di entrare, ha iniziato da tre anni la pratica dei respingimenti, illegali secondo le stesse norme europee. Un respingimento (in inglese: pushback) consiste nel bloccare le persone in transito, non permettere che richiedano asilo e deportarle oltre il confine europeo. Spesso la pratica del respingimento illegale prevede anche atti di violenza fisica e verbale, a scopo deterrente, da parte di squadre organizzate della polizia croata. La polizia croata sequestra sistematicamente le persone, le deruba dei soldi e del cellulare e le manganella, anche se si tratta di bambine-i. Medina, una bambina di 6 anni, è stata ammazzata il 21 novembre 2017 in un respingimento verso la Serbia. Dal 2018, la Slovenia si è inserita strutturalmente in questo meccanismo, mentre l’Italia ha svolto alcune deportazioni, dimostrandosi così interessata a entrare sistematicamente nell’ingranaggio.
La Croazia – che entrerà nell’area Schengen nel 2020 – riceve continuamente finanziamenti dall’UE proprio per la gestione delle frontiere: ad oggi, ha ricevuto 23,3 milioni con clausola emergenziale – di cui 6,8 a dicembre – e 108 milioni attraverso altri fondi (Fondo asilo, migrazione e integrazione e Fondo sicurezza interna 2014-2020). “Croatia is our close friend”, ha dichiarato Angela Merkel lo scorso agosto, quando le denunce delle violenze erano già note.
La proposta per il prossimo bilancio a lungo termine UE (2021-2027) prevede un contributo di 21,3 miliardi di euro per la “protezione delle frontiere esterne”, la quale “si baserà sul lavoro svolto negli ultimi anni”. Parte di quei soldi dovrà essere usata anche per la “lotta contro il traffico di migranti”, cioè per intercettare i trafficanti, che sono le persone che sulla rotta balcanica speculano sull’esistenza dei confini chiusi, facendo pagare passaggi o informazioni. La caccia ai trafficanti nella rotta balcanica è in realtà soltanto un pretesto per distrarre l’attenzione dalla violenza della vita lungo la rotta e fingere che l’Unione Europea si stia adoperando a combattere una forma di criminalità che invece contribuisce ad alimentare. I trafficanti esisteranno finché per molte persone – appartenenti a certe nazionalità e classi sociali – non ci saranno vie legali per entrare in Europa: senza possibilità di ingresso regolare le persone continueranno ad affidarsi ai trafficanti e a morire lungo la rotta.
Oggi, chi vuole confini chiusi, sfruttamento e guerra è sempre più forte.
Siamo qui davanti al consolato croato per informare sulle violenze della polizia croata, la sistematicità dei respingimenti lungo la rotta balcanica, anche dall’Italia e la connivenza di tutti gli Stati europei. Siamo qui per dire che c’è una sola soluzione praticabile alla fine di questo ciclo di violenze: l’abbattimento delle frontiere e la libertà di movimento per tutt*. Siamo qui per incitare ad agire di conseguenza, nessun’altro lo farà per noi.
Assemblea no CPR-no frontiere
Siti di riferimento:
nofrontierefvg.noblogs.org (IT)
lungolarottabalcanica.wordpress.com (IT)
www.borderviolence.eu (EN)
www.nonamekitchen.org (EN)